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العنوان
Le peculiarità stilistiche nella letteratura infantile tra
due mondi:
المؤلف
Ahmed, Esraa Saleh.
هيئة الاعداد
باحث / إسراء صالح أحمد محمد
مشرف / ريهام محمود أمين عامر
مناقش / سوسن على زين العابدين
مناقش / شريف أبو المكارم عبد السلام
تاريخ النشر
2024.
عدد الصفحات
186 P. :
اللغة
الإيطالية
الدرجة
ماجستير
التخصص
اللغة واللسانيات
تاريخ الإجازة
1/1/2024
مكان الإجازة
جامعة عين شمس - كلية الألسن - قسم اللغة الايطالية
الفهرس
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Abstract

La tesi è intitolata “Le peculiarità stilistiche nella letteratura
infantile tra due mondi: l’italiano e l’egiziano ”Favole al telefono”
di Gianni Rodari e ”Racconti dei popoli” di Abd El Tawāb
Youssef”. La presente tesi mira a studiare le caratteristiche
stilistiche frequenti nella letteratura per l’infanzia mettendo in luce
i punti di affinità e di divergenza. La tesi si divide in introduzione,
premessa, tre capitoli e conclusione.
Nell’introduzione e nella premessa si sono presentati degli
accenni sulla stilistica, sulla letteratura per l’infanzia in Italia e in
Egitto e sulla vita degli autori fornendo anche, una descrizione
generale delle caratteristiche del linguaggio infantile da diversi
livelli linguistici: a livello lessicale, si evita di usare parole
incomprensibili cioè non appropriate al vocabolario linguistico
della fase a cui si rivolge. Per quanto riguarda l’aspetto
morfosintattico, si usano frasi brevi o di media lunghezza e si
evitano frasi lunghe e complesse. Sono molto frequenti i dialoghi e
si ricorre alla paratassi e all’uso frequente degli aggettivi
qualificativi per esprimere in modo sintetico i diversi
comportamenti. Da un punto di vista retorico, le figure più usate
sono le metafore, le similitudini, la ripetizione, le anafore e le
allitterazioni.
Nel primo capitolo vengono esaminati, dettagliatamente, i
fenomeni lessicali usati nella letteratura rivolta ai bambini
attraverso uno studio semantico-lessicale come l’uso dei campi
semantici familiari al bambino (come i nomi di parentela, i colori
e gli animali). Accanto ai campi semantici si trova, nei racconti
scritti in italiano, l’uso di una lingua vivace che, a volte, immette
anche qualche espressione dialettale. Mentre, nei racconti scritti da
III
Abd El Tawāb Youssef, non appare l’uso del dialetto, bensì vi si
può trovare, seppur raramente, l’uso del linguaggio colloquiale o al
dialetto nel caso dei modi di dire, le espressioni idiomatiche o i
proverbi. Infine, il capitolo si chiude con l’analisi delle parole
onomatopeiche usate nelle opere sotto studio.
Il secondo capitolo è dedicato allo studio sintattico allo
scopo di esaminare gli aspetti sintattici più frequentemente usati
nella letteratura per l’infanzia: l’uso di frasi semplici e concise;
l’uso del complemento vocativo, che serve a richiamare
l’attenzione di un destinatario a cui è rivolta la parola direttamente;
l’uso della marcatezza sintattica, al fine di dare alla narrazione la
vivacità del parlato o per conferirle una speciale enfasi
comunicativa; l’uso abbondante degli aggettivi qualificativi per
rendere la descrizione effettiva e appropriata al mondo del bambino
sollecitando la sua immaginazione; i pronomi personali che
svolgono effettivamente un ruolo importante nella coesione
testuale; l’uso prevalente della paratassi per semplificare la
struttura sintattica conferendo un ritmo veloce e incalzante al
discorso.
Nel terzo capitolo, infine, si studiano le figure retoriche
prevalenti: la ripetizione che si usa, frequentemente nei testi rivolti
ai bambini per riflettere la tendenza degli scrittori ad avvicinare il
linguaggio letterario per l’infanzia al mondo dei bambini.
Analizzando il linguaggio usato nei racconti, si trovano tanti tipi
della ripetizione come l’anafora e l’allitterazione che servono a
dare un ritmo musicale e armonioso al linguaggio. La ripetizione
del significato, tipo di ripetizione che riguarda il contenuto, usato
nei racconti per far capire al bambino alcuni termini nuovi o
espressioni difficili da capire. L’uso della similitudine con lo scopo
di mostrare il significato nascosto e produrre immagini evocative.
IV
L’uso dell’ironia nella letteratura per l’infanzia che ha un lato
positivo perché non serve solo a criticare la realtà ed rivelare i
svantaggi ma cerca anche di migliorarla.
Nella conclusione, si presentano i risultati raggiunti dalla
ricerca, mi limito a citare i punti di affinità e di divergenza tra
l’italiano e l’arabo:
Punti di affinità
 L’uso dei campi semantici familiari al bambino.
 L’uso abbondante degli aggettivi qualificativi per rendere
efficace la descrizione.
 Il ricorso frequente alle frasi semplici, piuttosto che alle frasi
lunghe e complesse.
 La frequenza delle frasi marcate al fine di dare alla
narrazione la vivacità del parlato o per conferirle una
speciale enfasi comunicativa.
 L’uso frequente di figure retoriche come la ripetizione, la
similitudine e l’ironia per rendere il testo più musicale,
coinvolgente e memorabile per i bambini.
Punti di divergenza
 L’uso più frequente di un linguaggio prossimo della lingua
parlata e dei termini dialettali nelle favole italiane più che
nelle favole arabe, in cui si tende all’uso di una lingua
standard.
 L’uso delle parole onomatopeiche: in italiano, si tende a
esprimere semplicemente il rumore stesso delle cose, mentre
V
in arabo si preferisce usare le parole che ne denotano il
suono.
 L’uso più prevalente dei sinonimi nei racconti arabi rispetto
a quelli italiani.